La valutazione di strutture ipermediali

Era il 2004 ed il web design stava emergendo in Italia a piccoli passi. Ma già si discuteva per capire se un sito era ben fatto, non solo esteticamente. Senza dimenticarsi che su dieci aziende, soltanto un paio avevano già investito in comunicazione digitale. Altri tempi.
Durante il corso di "Linguaggi ipermediali" presso il Politecnico di Milano (Facoltà di Design), avevamo cercato di sviluppare il primo modello conosciuto per dare una guida strutturata utile alla valutazione di progetti ipermediali (volgarmente: siti internet). Un percorso lungo e complesso per delineare una traccia che permettesse agli studenti di navigare, criticare e progettare.
Che cos'è la qualità La definizione del termine “qualità” è alquanto generale e generica, e le norme internazionali la indicano come “adeguatezza all’uso”. Questo significa che la qualità di un qualsivoglia artefatto non è definibile se non in un determinato contesto operativo. Esistono tuttavia un certo insieme di prodotti per i quali è opportuna una standardizzazione; in tal caso l’adeguatezza all’uso corrisponde al fatto che accordi a livello internazionale hanno definito caratteristiche fisiche che permettono intercambiabilità tra apparecchiature e loro parti. Esistono molte norme in tantissimi settori; mancano completamente in altri.
La qualità dei progetti ipertestuali In assenza di norme o raccomandazioni che indichino attributi, sottoattributi, misure e soglie, profili di qualità, una valutazione si potrà basare su modelli definiti in modo del tutto arbitrario. Qualora questi modelli vengano applicati a siti web esistenti, ne risulterà la corrispondenza o meno ai canoni ipotizzati; qualora invece siano applicati in fase di progettazione, i suggerimenti sulle caratteristiche che il progetto dovrà avere e sulla qualità che via via si sta ottenendo sarà un valido strumento per l’ottenimento di buoni risultati con il minimo sforzo di rilavorazione.
Navigare, criticare, progettare Neanche dieci anni fa Gui Bonsiepe si interrogava sulla trasformazione radicale del modo di pensare il design con l’avvento dell’informatica. Oggi sono 10.500.000 pagine indicizzate sul motore di ricerca Google con chiave di ricerca “web design”. Vuol dire che qualcosa di grande è successo. Ma dove stiamo andando? Siamo veramente immersi nel futuro? La convergenza di reti, mercati, prodotti, tecnologie e processi di business sta creando tantissime opportunità e, di conseguenza, la richiesta di nuove figure professionali per progettare idee e prodotti innovativi è sempre più frequente.